Sgabelli

Iniziare a creare un nuovo oggetto da materiale di recupero in modo anche empirico, per poi affinarlo è una modalità nella quale mi trovo bene. Questa serie nasce appunto dagli sgabelli socievoli dai quali riprendono l’inclinazione delle gambe e le proporzioni. Il materiale cambia da assi di bancali di essenze varie a robusto legno di faggio massiccio che con le dovute tecniche di unione mi permette di evitare le viti ed eliminare quindi anche il traverso a metà altezza delle gambe.

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Ma la sfida più grande, quella che ha scatenato le discussioni più accese con il mio maestro di bottega col quale mi confronto sempre prima di cominciare un progetto, è stata quella di rendere la linea dello sgabello lineare e il più essenziale possibile: il sedile e le quattro gambe.
Apparentemente semplice, ma ragionato profondamente nei dettagli pensando contemporaneamente ai processi costruttivi: il profilo frontale della seduta  si assottiglia verso i bordi per dare l’inclinazione alle gambe; la diversa direzione delle venature nella seduta che per ragioni meccaniche del legno ne assicura una maggior tenuta e per ultimo la sezione delle gambe che volevo fossero in continuità con il resto.

E’ uno sgabello minimale e massiccio che ben si adatta ad un ambiente moderno, e che rimanda alla natura dei luoghi dove abito e lavoro.

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